giovedì 5 novembre 2009

VISITATORE DI VITE


VISITATORE DI VITE
di Giovanni Caviezel

Sono un visitatore di vite: le guardo passare, e quando mi passano abbastanza vicine, spicco un salto, mi ci aggrappo e per un po’ mi faccio portare. Così, quando sono a spasso sulla vita altrui, la mia un poco rallenta e si allunga. A questa stregua invecchio lentamente, e un giorno spero di diventare una freccia di Zenone vivente, che fra le braccia della morte non giungerà mai.

Sono un collezionista di vite: le stipo nella macchina fotografica, le imbelletto con la punta della matita, le seduco con la penna, le colleziono nella memoria, le trascrivo in tanti lunghi taccuini neri. Sono stato cento volte donna e vecchio e bambino, mille volte panettiere, cameriera e assassino: ho bruciato ponti, ricordi e ossessioni, raccolto notti bianche e giorni neri, percorso biografie come sentieri.

Sono un adoratore di vite: come il passeggero che dal treno in rallentamento vede la luce nella casa, la tavola apparecchiata, una donna che scodella una zuppa e il quadro alla parete, il colore del tappeto e il baluginìo della televisione accesa, che per un istante aderisce e ama, oh quanto io amo quell’istante, che per me sarà eterno e mai più, nella mente, cambierà.

(da Io, gli altri, a cura di Antonino Di Giovanni, Bonanno Editore, 2009

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